Il ritratto del Duca
Il ritratto del Duca:
Tommaso Fulco Gallarati Scotti
Scultura in marmo – opera unica su commissione
Collezione privata della famiglia Gallarati Scotti visibile nei prestigiosi Giardini di Villa Melzi d’Eril.
Nel corso del 2018 nei Giardini di Villa Melzi a Bellagio, sotto la storica serra (“orangerie”) progettata dall’architetto Luigi Canonica ed oggi adibita a Museo con sculture e cimeli della storia di famiglia, l’artista Abele Vadacca, allievo di illustri maestri del ‘900, si è dedicato alla realizzazione di un’opera che ispira e merita ispirazione: il ritratto del Duca Tommaso Fulco Gallarati Scotti, insigne intellettuale e diplomatico che tanto rese all’Italia ed alla cultura e che fu molto legato a questi luoghi. A lui è stata infatti dedicata la Biblioteca Civica di Bellagio.
L’opera si inizia per volere degli attuali proprietari della Villa, la Fam. Gallarati Scotti e parte con lo studio storico della documentazione riferita e scritta dal Duca oltre che da un’attenta ricerca fotografica. I documenti rimangono solo la prima parte dell’indagine e la ricerca introspettiva, più affascinante, si basa sul racconto della famiglia, delle persone che lo hanno conosciuto.
La fase di studio ha impegnato l’artista per circa un anno, e delinea una analisi morfologica attenta e basata su una valutazione psicologica e biografica che ha richiesto, data la levatura del soggetto e la ricchezza intellettuale, diversi mesi. Sono stati osservati gli scritti del Duca, intervistate le persone ancora viventi che ne avevano memoria e che lo ricordavano assiduo frequentatore della villa in diversi periodi della sua vita.
Tutta la fase creativa si è svolta nella villa, questo ha permesso all’artista di “vivere” nell’ambiente tanto amato dal Duca, di percepire la stessa influenza creativa che solo un un luogo così unico può concedere, d’avvicinarsi alla sua stessa emozione, come in un salto temporale.
Una volta condiviso il modello in argilla con la Committenza, secondo antica tradizione da bottega d’arte, attraverso la tecnica della ‘puntatura’ il modello è stato riportato su marmo per essere poi finito a regola d’arte.
La scultura ripropone delle dimensioni leggermente superiori al naturale così come da tradizione classica e l’inganno è alla base delle forme che plasticamente acquisiscono espressività.
La modifica delle forme avviene a seconda della materia, le rifrazioni dei cristalli marmorei esigono un particolare approccio tecnico che definisce il volume a seconda dell’effetto scelto.
Il marmo selezionato è un bianco apuano. Il blocco di partenza da cui è stata selezionata la parte migliore era di più di 11 quintali.
La sinergia e la condivisione degli eventi personali della famiglia Gallarati Scotti, riportata dal nipote il Principe Fulco Gallarati Scotti ha permesso di definire un quadro molto approfondito del personaggio .
Diplomatico, intellettuale, che ha contribuito a infondere alto valore di ideologia all’Italia, una nazione che il Duca rappresenta all’estero come ambasciatore prima in Spagna poi in Inghilterra .
Una nazione che lui ama e che non vuole lasciare anche quando si vede costretto a raggiungere la Svizzera .
Ha circa 66 quando si alza nell’incantevole proprietà di Bellagio che sa di dover lasciare, il futuro è ignoto; questo è il momento che viene fissato nel marmo dallo scultore, lo sguardo di un uomo che guarda al suo destino con il cuore rivolto ai luoghi che ama. La storia lo sostiene e le capacità di quest’uomo diplomatico e lungimirante gli consentiranno un rapido rientro in patria, finite le vicissitudini del ‘conflitto mondiale.’
È in questo momento che l’artista lo coglie, fissandolo nell’eterno, uno sguardo che penetra i massicci delle prealpi e guarda verso la sua obbligata, ma lo sguardo volge anche, di sfuggita, verso il luogo che è la sua casa la villa Melzi, l’Italia. Certo che non sarà un’addio ma un arrivederci ma con nel cuore le ansie e le sofferenze di un periodo così instabile e cruento in cui ogni ideologia diviene strumento di rivendicazione .
L’emozione espressiva dell’opera deve raggiungere il cuore dell’osservatore, la presenza del personaggio narrato diviene presente e tangibile.
La scelta dello scultore è stata difficile perché ha dovuto coniugare gli stilemi personali per l’armonioso inserimento nella villa che ha un’impostazione Neoclassica pura .
La scelta stilistica della base è un richiamo evidente al Neoclassicismo che domina nel complesso architettonico e dei giardini.
L’impostazione voluta dalla Committenza fa si che l’opera si inserisce a completare la già preziosissima collezione di sculture presenti nei giardini di Villa Melzi, fermando nel tempo l’immagine di quest’uomo che tanto rese all’Italia , il Duca Tommaso Fulco Gallarati Scotti.
L’esperienza creativa nella Villa e la conoscenza di Tommaso Fulco Gallarati Scotti segna l’artista al punto che decide di aprire il suo Atelier nella piccola frazione di Loppia, prospiciente ai Giardini, proprio alle porte del luogo così caro al Duca, riprendendo quella tradizione artistica che per secoli ha caratterizzato l’Italia e che oggi è motivo di vanto e unicità in tutto il mondo.